Di Altan conosciamo le sue folgoranti vignette, il mitico Cipputi, le sue graphic novel, la cagnolina più amata dai bambini da quarant’anni a questa parte: Pimpa. Ma dell’uomo Altan conosciamo ben poco. Proverbiale è la sua ritrosia nel raccontarsi pubblicamente. Il docufilm di Stefano Consiglio “Mi chiamo Altan e faccio vignette” è uno strumento per capire chi sia realmente Francesco Tullio Altan. Altan parla per la prima volta di sé, delle sue indimenticabili vacanze da bambino, del rapporto con il padre antropologo Carlo Tullio Altan, della sua formazione artistica, dell’amore della sua vita: la moglie Mara Chaves. Di politica e di costume, di sport, di libri, di film, di disegnatori, vignettisti e pittori, di amicizia… Il film cerca di rendere più esplicito il suo sguardo sul mondo, uno sguardo lucido su quel che siamo in fondo tutti noi, gli italiani di ieri e quelli di oggi. Uno modo di raccontare senza indulgenza, ma pieno di umana comprensione. Il film è arricchito dalle testimonianze di Paolo Rumiz, Michele Serra, Ezio Mauro, da un monologo di Stefano Benni su “Che cos’è un Altan” e da alcune storiche vignette girate da attori in carne e ossa: Stefania Sandrelli, Angela Finocchiaro e Paolo Rossi hanno dato il loro volto e la loro voce ai personaggi disegnati dal maestro.