Nel 1954 Vittorio De Seta gira sei documentari in Sicilia. Successivamente, tra il 1958 e il 1959, dirige altri quattro importanti cortometraggi in Sardegna e in Calabria. De Seta rivolge sempre il suo sguardo partecipe a realtà già allora minacciate da “uno sviluppo senza progresso”, donando una preziosa testimonianza di riti, usanze e saperi ormai scomparsi. Grazie all’attenzione della Cineteca di Bologna e Martin Scorsese, che ha definito De Seta “un antropologo che si esprime con la voce di un poeta”, tutti questi lavori sono stati digitalizzati.